
MOBILE TANK
YMT-05 HILDOLFR
[ヒルドルブ (HIRUDORUBU)]
[adattato da: “MS IGLOO Complete Creation Data Collection”, pag. 58]
Con una lunghezza totale di 35.3 m, una larghezza complessiva di 14.7 m, un’altezza standard di 8.6 m ed un peso ad equipaggiamento completo di 220 t, lo YMT-05 Hildolfr possiede dimensioni di gran lunga maggiori rispetto ai normali carri armati. A differenza di questi ultimi, nei quali si ha un equipaggio composto da vari uomini (conducente, artigliere, ecc.), l’YMT-05 è manovrato da un solo pilota, che si occupa anche del cannone; il suo compito è agevolato dal sensore principale, un mono-eye come quello degli Zaku, che garantisce un’ampia visuale del campo di battaglia.
Per supportare la sua imponente struttura, che oltretutto raggiunge una velocità massima di 100 km/h, l’Hildolfr è provvisto di 3 coppie di cingoli, mossi da un totale di 32 ruote (14 nella coppia anteriore, 8 in quella centrale, 10 in quella posteriore), rifornite di energia da un reattore a fusione nucleare capace di erogare 3300 kW di potenza. Ogni cingolo è largo quasi 3 m, quindi l’ampia presa al suolo garantisce elevate prestazioni sia su terreni sabbiosi che fangosi. Inoltre, gli elementi sono configurati in modo tale che il distacco di un cingolo (qualora danneggiato) comporti solo una modesta perdita di mobilità .
Grazie a tali caratteristiche, l’Hildolfr mantiene una capacità di sopravvivenza che supera grandemente quella di un carro armato convenzionale.
Ma la potenza di questo modello non è definita solo dai suoi movimenti. Sulla parte posteriore sono installati 2 bracci con pala (shovel arm), grazie ai quali è possibile scavare trincee o aumentare la stabilità durante il tiro, mentre la spessa corazzatura della benna posteriore (dozer blade) è sufficiente a garantire protezione da una raffica di 120mm Zaku Machinegun sparata a distanza ravvicinata.
La maggiore peculiarità dell’Hildolfr è però la torretta, molto simile al torso di un mobile suit e dotata di braccia, ripiegate come un pantografo quando il mecha è in assetto tank. In questa configurazione compatta solo l’area del mono-eye rimane esposta, e, sebbene l’alzo del cannone possa arrivare a circa 90°, il brandeggio laterale è molto limitato. Tuttavia, grazie al profilo tipicamente basso del carro, è possibile sfruttare al meglio l’angolo di tiro per effettuare attacchi a medio raggio, avvalendosi degli shovel arm come puntello.
Quando la torretta simile ad un torso è completamente rialzata, l’assetto è denominato “Mobile”, impiegato nel combattimento a distanza ravvicinata. In questa forma, lo YMT-05 Hildolfr – Dossier è alto 13.3 m ed il cannone da 300mm ha un grado di libertà notevolmente superiore sia per alzo che per brandeggio. Inoltre, l’estensione delle braccia consente di utilizzare la Zaku Machinegun alloggiata su degli appositi attacchi posteriori o altre armi da fuoco imbracciabili. I relativi caricatori sono posizionati sulla faccia interna delle placche di difesa laterali (chiamate Schultzen).
Il già citato cannone da 300mm è comunque l’arma principale dell’YMT-05: si tratta di un cannone da corazzata spaziale riutilizzato che, inclusa la camera di lancio e l’annesso dispositivo di caricamento automatico, ha una lunghezza comparabile a quella dell’intero carro (oltre 35 metri) e possiede un’enorme potenza di fuoco.
La gittata massima dichiarata è di 32 km, ma in presenza di particelle Minovsky (condizioni visuali) la distanza di tiro effettiva si riduce a meno di 20 km; se ci sono numerosi ostacoli sul terreno, la portata utile può scendere fino a 10 km o meno.
Molta attenzione è stata posta alle munizioni. Il cannone può infatti venire caricato con numerosi tipi di proiettili diversi; i principali sono:
- APFSDS (perforanti a bossolo distaccabile con derive stabilizzatrici),
- APDS (perforanti a bossolo distaccabile),
- AP (perforanti),
- HE (esplosivi),
- HEAT (esplosivi anti-carro),
- HESH (esplosivi con testata a frammentazione),
- Type 3 (anti-aerei a frammentazione),
- HEAT/I (esplosivi incendiari).
Sono possibili anche tipi Soft skin, Hard skin, ecc., grazie ai quali l’Hildolfr può attaccare bersagli in volo. La scelta è operata dal pilota, tramite il dispositivo di caricamento automatico: sulla base di una sequenza prestabilita, tale sistema consente di sparare consecutivamente un tipo differente di proiettile ad ogni colpo.
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